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Palazzo Borromeo d'Adda

Milano, Italia

info                                  +

stato: costruito, 2019 

tipologia: restauro conservativo

team

Matteo Pavesi (Project Leader)

Beatrice Spreafico

impresa di costruzione

Fregonese Restauri

strutture

Studio Brambilla – Ferrari

impianti

Vergani Impianti + Studio Archemi

illuminazione

HI LITE next

progettazione e direzione lavori

Andrea Borri Architetti

foto

Lorenzo Gaioni

Andrea Borri Architetti

L’intervento su Palazzo Borromeo D'Adda è un progetto particolarmente rilevante, in cui lo studio Andrea Borri Architetti ha bilanciato con estremo garbo la preservazione del valore storico dell’edificio da conservare, unitamente ad una forte spinta alla valorizzazione del restauro e all’ottimizzazione tecnologica. É un lavoro che ha necessitato di un’approfondita analisi architettonica e storica poiché, come ogni antico palazzo, presenta caratteristiche e stratificazioni uniche e particolari a cui prestare attenzione. Menzione d’onore va alla committenza, ottimista e coraggiosa nell’affrontare un progetto così ambizioso e delicato.

 

La fondazione di questa storica residenza nel cuore della città di Milano, in Via Manzoni 41, risale al XVIII secolo. Successivamente è stata attuata una prima rinnovazione, in stile neoclassico, nel XIX secolo per opera dell’architetto Arganini. Ha subìto un parziale bombardamento durante la II Guerra Mondiale, di conseguenza ristrutturato dai fratelli Latis. Da allora non è più stato toccato fino al grande intervento di restauro ad opera dello studio Andrea Borri Architetti, voluto dalla famiglia Borromeo d’Adda e durato dal 2018 al 2021. Palazzo Borromeo d’Adda nel tempo ha conservato il suo ruolo iconico per il centro della città di Milano. Per tale motivo è stato trattato con il massimo rispetto delle parti originali, fortemente ripensato e rinnovato solo dove necessario.

 

spazi e destinazione uso

I lavori si sono conclusi nel 2021, riportando il palazzo al suo grande splendore.

Originariamente era e rimane ancora oggi la dimora milanese della famiglia Borromeo d’Adda. Vi sono infatti ancora oggi residenze private della famiglia, mentre buona parte degli spazi oggetto dell’intervento sono stati destinati a showroom ed uffici.

Queste aree interne ad un uso pubblico hanno visto un lavoro più sostanziale nel progetto e sono state pensate e rimodulate in modo differente, per assecondare le diverse destinazioni d’uso.

Il primo piano è stato lasciato più aperto e libero possibile, per permettere un utilizzo flessibile degli ambienti in base alle attività e ai progetti ospitati nel corso dell’anno. In quest’area, una parte dello spazio sarà infatti dedicata ad un progetto di ospitalità, nato per volontà della famiglia con lo chef Davide Oldani, mentre un’altra è occupata dallo showroom di moda Massimo Bonini.

Il secondo piano, invece, interamente riqualificato per tornare alla sua conformazione originale, ospita la nuova sede del Gruppo Ferretti. In questo caso, trattandosi di uffici di rappresentanza, le tematiche funzionali e spaziali sono state trattate in maniera completamente differente rispetto al primo piano.

I giardini, i cortili, il chiostro e il garage sono rimasti invece aree comuni, per le quali ci si è concentrati sulla creazione di una linea estetica comune.

 

attività

L’intento principale è stato di restaurare l’architettura mantenendo intatta la sua valenza storica, rendendo al tempo stesso più attuale ed efficiente tutta la parte tecnica, implementando il più possibile la sostenibilità energetica di questo luogo simbolo della città.

L’intervento ha coinvolto l’intero edificio, che si estende per quasi 7000 metri quadri complessivi.

 

restauro e ripristino interno

All’interno, il lavoro di restauro e ripristino è intervenuto su ogni elemento del sistema: le scale e gli scaloni, i marmi, gli affreschi, i piani, e poi gli ascensori e gli impianti, con l’idea di far rivivere il palazzo in ogni sua parte.

Il restauro degli affreschi, dei paramenti lignei e dei marmi, in particolare, sono stati attentamente eseguiti, con la supervisione della Sovrintendenza.

Per quanto riguarda gli interni, l’elemento più complicato si è rivelato il primo piano nobile che, sul versante di via Manzoni, si sviluppa con un’altezza interna di sette metri, con affreschi, intarsi, lampadari e decorazioni da preservare.

 

restauro e ripristino esterno

Tra i lavori più importanti dell’edificio c’è il consolidamento delle fondamenta al tetto, che è stato smontato e rimontato tegola per tegola, trave per trave, per poterlo restaurare una volta creata la nuova infrastruttura meccanica impiantistica.

La facciata merita un capitolo a sé, con la sua estensione di oltre 80 metri. Lo studio ha riportato alla luce antichi fregi e paramenti lapidei, oltre ad aver lavorato al risanamento degli intonaci e di tutte le porzioni murarie. Il piano di restauro dei serramenti esterni ha permesso di intervenire con il recupero e risanamento di tutti gli elementi salvabili e alla sostituzione con identiche sezioni ma nuove tecnologie per gli altri, per ottenere una facciata omogenea ma più moderna sotto il profilo delle performance.

Sul fronte di Via dei Giardini, invece, la struttura è di epoca postbellica; l’intervento ha permesso di abbattere tutte le pareti non portanti, per ottenere grandi volumi molto luminosi e leggeri, al fine di creare una forte dualità con le aree dell’ala storica che presentano una ricchissima varietà di decori.

 

innovazione

Totalmente rivoluzionata invece è la parte tecnologica. Per quanto concerne la climatizzazione si è prestata attenzione in particolare alla mitigazione e alla mimetizzazione di apparati tecnologici che non compromettessero l’estetica dell’edificio. Lo sforzo di mitigare la tecnologia usata è stato particolarmente complesso.

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